#146872 Arte Scultura

Gregorio di Lorenzo. Il Maestro delle Madonne di marmo.

Autore
EditoreSelectiveArt.
Data di pubbl.
CollanaColl.Infra Sculptores. 2.
Dettagli cm25x30,5 pp.474, 264 figg.a col.e num.bn.nt. legatura editoriale sopracoperta figurata a colori in cofanetto. Coll.Infra Sculptores. 2.
AbstractUn importantissimo volume, realizzato dopo lunghe ed ampie ricerche dallo studioso Alfredo Bellandi. Lo scultore quattrocentesco attivo ad Urbino tra il settimo e l'ottavo decennio del '400 era noto col nome convenzionale di Maestro delle Madonne di Marmo, sotto quest'etichetta di comodo si è scoperto celarsi la personalità artistica di Gregorio di Lorenzo, cioè uno scultore toscano formatosi nell'ambiente fiorentino dominato dall'ultimo Donatello e dal giovane Verrocchio. L'artista viste le notevoli capacità e la grande versatilità intraprese una carriera feconda spostandosi in varie parti d'Italia, là dove era richiesta la sua opera. Ebbe così ad intraprendere una feconda stagione urbinate, a fianco dei numerosi lapicidi e scultori reclutati tanto dalla Toscana quanto dall'entroterra marchigiano, sino alla Dalmazia, per realizzare in tempi ristretti i fantastici apparati decorativi del Palazzo di Federico da Montefeltro. La fama di Gregorio di Lorenzo è però legata alle bellissime Madonne ad altorilievo, tre delle quali ancora conservate nel Palazzo (una quarta, con lo stemma di Federico è oggi a Ottawa in Canada), opere tutte di grande virtuosismo, nella piena osmosi che viene a sublimarsi fra le forme modellate e la specificità delle grandi lastre di marmo scelte ed utilizzate dallo scultore. L'artista: Documentato a Firenze dal 1455 al 1495, fu un attivo scultore la cui produzione più tipica è appunto quella di rilievi di Madonne col Bambino in uno stile elegante e ornato riconducibile alla lezione di Mino da Fiesole e Desiderio da Settignano. Tipici sono i sorrisi trattenuti dall'aspetto leggermente forzato, gli sguardi "felini", le labbra serrate e le guance gonfie. La sua identità è stata chiarita solo recentemente (dopo aver proposto i nomi di Domenico Rosselli, Tommaso Fiamberti e Giovanni Ricci) e gli sono attribuiti vari lavori oggi in vari musei italiani ed esteri. Una sua Madonna col Bambino è nella chiesa di Santo Stefano al Ponte a Firenze, due al Museo Nazionale del Bargello, tre nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, un'altra al Louvre di Parigi[1], una alla National Gallery of Australia di Canberra[2], una al Columbia Museum of Art di Columbia (South Carolina) e una ancora alla National Gallery of Canada di Ottawa. Un San Giovannino si trova nella National Gallery of Art di Washington e una lunetta della Madonna col Bambino e due angeli è nella Pinacoteca civica di Forlì, insieme con una trabeazione. Il lavabo della Badia Fiesolana è opera di collaborazione con Francesco di Simone Ferrucci, che ne curò il disegno architettonico. Lavorò anche ad Urbino, dove scolpì alcuni peducci con imprese di Federico da Montefeltro, sfingi, putti e cherubini, in due sale dell'appartamento degli ospiti del Palazzo Ducale. A lui si riconducono anche i bassorilievi con il Profilo di Antonino Pio e di Marco Agrippa a Casa Romei di Ferrara, di Adriano al Musée du Louvre di Parigi e Sulpicio Galba al Seminario Vescovile di Rovigo.
EAN9788889218082
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